Nell’ultimo anno e mezzo, è indiscusso l’aumento dell’interesse nei confronti dell’e-commerce. Nel corso dell’evento Google I/O – durante il quale si è parlato anche dell’algoritmo MUM, argomento che abbiamo approfondito in un uno degli ultimi post del blog di You&Web – big G ha presentato alcuni strumenti aventi il fine di modificare i comportamenti di ricerca relativi alle schede di prodotto.
Ti stai chiedendo quali siano queste novità e in che modo possono impattare sui risultati di un business che si basa sugli acquisti di prodotti online? Seguici nelle prossime righe di questo articolo.
I numeri in crescita dell’e-commerce
Per inquadrare meglio le novità introdotte da Google, non si può non guardare ai numeri in crescita dell’e-commerce negli ultimi tempi. Dopo l’esplosione dovuta allo scoppio dell’emergenza sanitaria e all’introduzione delle restrizione anti Covid, si prevede, come è possibile leggere dando un’occhiata ai dati di Oberlo, che entro il 2024 il giro d’affari globale dell’e-commerce supererà i 6 trilioni di dollari.
Tornando ai fattori che hanno determinato la crescita dei numeri, è bene specificare che le restrizioni rappresentano solo un parte di una globalità più ampia. Non si può infatti ignorare il fatto che il cigno nero dell’emergenza sanitaria sia arrivato in un contesto internazionale caratterizzato dalla presenza di una fetta ampia di utenza – circa il 55% dei consumatori – con l’abitudine di acquistare online, soprattutto attraverso app ad hoc.
Il punto di vista di Big G e i vantaggi per i rivenditori “digital first”
Come si può leggere sul post pubblicato sul blog di Google lo scorso 27 maggio, ogni giorno sono oltre un miliardo le sessioni di acquisto online. Inoltre, si sottolinea l’esistenza di una vera e propria generazione di rivenditori “digital first” – imprenditori che vedono nel canale delle vendite online la principale fonte di introito per i propri business – che deve far fronte a una richiesta sempre più alta di prodotti da parte degli acquirenti.
In questo contesto, l’obiettivo principale da perseguire è la costruzione di una relazione il più possibile diretta – e soprattutto duratura – tra le realtà dietro ai vari e-commerce e i clienti.
Le prime, potranno usufruire, come già specificato, di nuovi strumenti dedicati in maniera specifica al mondo dell’e-commerce. Di cosa si tratta di preciso? Del frutto di un’espansione della partnership con Shopify. La collaborazione riguarda di preciso la possibilità, per i rivenditori della suddetta piattaforma, di mettere in evidenza i propri prodotti su Google Shopping in pochi click.
Si tratta di un obiettivo che ha senso? Guardando ai dati messi a disposizione da Mountain View, assolutamente sì. Sulla scia dell’eliminazione delle commissioni sulle schede di prodotto di Google Shopping avvenuta lo scorso aprile – secondo Social Media Today, si è trattato di una risposta alla spinta di Facebook sull’e-commerce tramite Instagram – sono infatti aumentati dell’80% i venditori presenti con i loro prodotti sulla piattaforma.
In quest’ottica, big G può essere visto a tutti gli effetti come un assistente per i siti di e-commerce, un “braccio destro” sempre pronto ad aiutare a massimizzare la visibilità delle singole schede.
La sfida della realtà aumentata
Nel corso degli ultimi 18 mesi, mai come prima si è sentita la necessità, per chi fa business (anche) online, di colmare il gap tra il mondo digitale e quello fisico. Una delle strade migliori da percorrere per riuscirci è quella del ricorso alla realtà aumentata.
Utilizzata da un colosso beauty come Sephora per consentire alla propria clientela di selezionare, in pochi tocchi e scroll, i prodotti migliori per il make up, è stata inserita da Big G in un’esperienza di testing legata sempre al mondo del trucco. Di cosa si tratta di preciso?
Della possibilità, grazie alla partnership con ModiFace e Perfect Corp, di visualizzare – ovviamente sulla base della tonalità di pelle – l’effetto sul viso di un determinato prodotto cosmetico il cui nome è stato inserito precedentemente nella barra di ricerca. Doveroso è sottolineare che di questo tool si è parlato per la prima volta sul blog di Google nel dicembre 2020.
Sempre nell’ambito del focus sull’AR, si è parlato, sempre nel post del 27 maggio 2021, del lancio di un’esperienza affine a quella del make up ma legata al mondo del fashion, un settore in cui sempre più persone, quando acquistano online, hanno il desiderio di vedere come potrebbero stare i capi su di loro.
Si tratta, come sottolineato ancora una volta da Google, di uno strumento prezioso ai fini della fidelizzazione, un aspetto che non si può non curare in un mondo online in cui puntare sull’unicità del marchio è cruciale per il successo del business.
Cosa pensi di questi nuovi strumenti per chi vende online? Parliamone assieme sui social di You&Web!