Social gaming: le opportunità per chi fa marketing online

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Il social gaming è una realtà caratterizzata da numeri molto importanti al giorno d’oggi. Nominarla significa, per forza di cose, chiamare in causa opportunità interessanti per i brand che fanno marketing online. Se ti interessa saperne qualcosa di più, nelle prossime righe di questo articolo, puoi trovare alcune informazioni utili in merito.

Social gaming: di cosa si tratta e perché non si può ignorare

Quando si parla di social gaming, si inquadrano tutte le situazioni in cui il gioco online prevede un’interazione sociale tra i partecipanti. Un esempio da chiamare in causa è quello che succede in ambienti come Twitch (abbiamo approfondito alcuni consigli per i brand che vogliono essere presenti in maniera efficace sulla piattaforma di Amazon in uno degli ultimi articoli del blog di You&Web).

Gli utenti che si cimentano su Twitch o che giocano online su Facebook lo fanno per svariati motivi. C’è chi è mosso dallo spirito di competizione e chi, invece, ha solo voglia di rilassarsi. Come evidenziato da Itamar Benedy, co-founder della piattaforma di in-game advertising Anzu.io, sulle pagine di Warc.com, la pubblicità nell’ambito dei giochi online ha i medesimi vantaggi di quella sui social media che, come ben si sa, ha rappresentato una vera e propria rivoluzione per i brand.

Gli aspetti in comune sono il targeting, la misurazione dei risultati, la possibilità di ottimizzare la brand awareness. Un dettaglio che differenzia le due situazioni, invece, riguarda il formato dei contenuti pubblicitari.

Come specificato sempre da Benedy, se sui social media gli annunci si contraddistinguono per formati grafici bidimensionali e semplici – i video, le foto e i caroselli – le opzioni di advertising in – game consentono di spaziare di più dal punto di vista creativo. In alcuni casi, addirittura, è possibile utilizzare anche le armi in Fortnite.

Per rendersi conto di quanto le possibilità per i brand che vogliono fare marketing online siano infinite, basta citare la collaborazione tra Animal Crossing: New Horizons e il Getty Museum, che ha dato modo ai giocatori di “integrare” alcune delle opere d’arte negli ambienti delle loro case virtuali.

Chiariti questi aspetti, vediamo assieme qualche informazione sulle caratteristiche degli utenti che, ogni giorno, praticano il social gaming.

Social gaming: i numeri, gli obiettivi e gli equilibri

I numeri del social gaming sono sempre più alti a livello mondiale e l’emergenza sanitaria del Covid-19 ha contribuito ad aumentarli. Tornando ancora una volta alle cifre messe in primo piano da Benedy, facciamo presente che, nel mese di luglio 2020, si parlava di circa 2,7 miliardi di social gamer a livello mondiale.

Per intercettare questa utenza con azioni di marketing efficaci, è opportuno, innanzitutto, comprendere le motivazioni che spingono i giocatori a “scendere in campo”. Come si può leggere sul blog di We Are Social, al primo posto c’è la ricerca di socializzazione, al secondo la voglia di fuggire dalla realtà e al terzo quella di immergersi nelle trame. 

L’obiettivo della socializzazione riguarda soprattutto gli utenti più giovani, di età compresa tra i 16 e i 24 anni. Inoltre, come evidenziato dalla piattaforma GWI Gaming, nel momento in cui si analizzano le peculiarità dei social gamer è possibile parlare sia della ricerca di un senso di community, sia della voglia di distinguersi (spia di questo aspetto è la possibilità di personalizzare senza lasciare nulla al caso il proprio avatar in giochi come Fortnite). 

Abbiamo appena approfondito due concetti che possono apparire contraddittori tra loro: in realtà sono sapientemente intrecciati e danno vita a un equilibrio che i brand devono impegnarsi a rispettare.

Marketing online: come muoversi nel mondo dei social gamer

Come dovrebbero muoversi i brand intenzionati a sfruttare il trend del social gaming per il marketing online? Un aspetto molto importante da considerare riguarda la conoscenza profonda della community, che ha peculiarità uniche e specifiche per ogni gioco (non è quindi pensabile ragionare nell’ottica del copia/incolla quando si gestiscono le campagne).

Una case history interessante al proposito è quella riguardante la collaborazione, risalente al 2019, tra Nike e Fortnite, uno dei videogame di maggior successo a livello planetario. Nello specifico, i personaggi del gioco online hanno indossato sneakers in edizione limitata firmate dal brand di abbigliamento sportivo.

La collaborazione è stata concretizzata in un ambiente di gioco che, come sottolineato sulle pagine di Harvard Business Review, gestisce le partnership mettendo in primo piano un approccio all’insegna della selezione quasi chirurgica. Il motivo è legato soprattutto al fatto che, come rammentato sempre da We Are Social, essere un giocatore di Fortnite è un dettaglio che contribuisce tantissimo a definire l’identità digitale di un utente.

A dimostrazione ulteriore di questa peculiarità, è possibile citare anche la collaborazione, risalente a inizio 2021, tra Fortnite e alcuni club calcistici internazionali.

In questo caso, i giocatori hanno avuto la possibilità di acquistare skin personalizzate e di mettere in primo piano, nella gestione dei loro avatar, momenti emozionanti e fortemente identificativi di un senso di community – parliamo ovviamente di chi ama il mondo del pallone – come il pugno aereo di Pelé.